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Gli anni ’80 si affermano come “rigurgito” di periodi cupi e fortemente politicizzati, con stili di vita improntati al consumismo, all’esteriorità e allo svago. È il decennio dell’esagerazione e del narcisismo. Quella del decennio “otto” è, però, una bizzarra dicotomia. Mutano gli scacchieri internazionali, in un caleidoscopio senza precedenti: Ronald Reagan diventa il quarantesimo Presidente degli Stati Uniti; Gorbaciov viene eletto segretario generale del partito comunista dell’Unione Sovietica e avvia la Perestrojka; nel 1989 crolla il muro di Berlino e si svolgono i terribili fatti di sangue di Tienanmen a Pechino; esplode un reattore nucleare a Chernobyl e una terribile nube radioattiva copre l’Europa. Nasce per la prima volta una coscienza verde. Compaiono i primi cellulari, i compact disk, Arpanet (antesignano di internet), il cubo di Rubik, il giocattolo più venduto della storia con i suoi trecento milioni di pezzi acquistati. È l’era dello Swatch, se ne indossano due, si attaccano ai vestiti o si usano come fermacapelli. Gli effetti speciali entrano prepotentemente sul grande schermo e nascono veri e propri blockbuster: E.T., Star Wars, Terminator, Ritorno al futuro, I predatori dell’arca perduta, La storia infinita. Il mondo dell’arte sembra esprimere un disimpegno, mantiene tuttavia un legame con il presente seppure in un’epoca trasformata dal disincanto. In questi anni nascono le più grandi icone della musica Pop: Madonna, Prince, Cyndi Lauper, Simon Le Bon, George Michael. Il re incontrastato di questo periodo è Michael Jackson, queste le sue parole: “In un mondo pieno di odio dobbiamo avere il coraggio di sperare, in un mondo pieno di rabbia dobbiamo avere ancora il coraggio di confortare, in un mondo di disperazione dobbiamo avere ancora il coraggio di sognare, in un mondo pieno di sfiducia dobbiamo avere ancora il coraggio di credere."

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