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Extraordinary

  • Immagine del redattore: Dance Lab
    Dance Lab
  • 24 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Chi sono gli uomini e le donne che, con la loro audacia e il loro coraggio, hanno cambiato il corso della storia o migliorato il mondo? Il riferimento va a Marco Polo, il mercante veneziano che ha intrapreso uno dei viaggi più avvincenti della storia, avvicinando culture diverse. All’icona eterna Frida Kahlo, rivoluzionaria, simbolo del femminismo e della libertà, e a Evita Peron, per il suo impegno costante e reale per la dignità della donna. A Marie Curie, Nobel per la Fisica e la Chimica ed esempio per le generazioni future. A Isadora Duncan, la “madre” della Danza Moderna, che ha superato le convenzioni dell’epoca e ha interpretato la ciclicità e l’energia della natura, come gli antichi greci.

Nella storia dell’uomo, quanto straordinari e fondamentali sono stati mito, leggende e pensiero magico? Hanno rappresentato la prima grammatica per avvicinarsi al reale. Muse ispiratrici: Apollo e i Cigni, nella sua veste di dio della musica e delle arti; Medusa, potente simbolo di empowerment e della vittoria della ragione sull’istinto; il Drago, unione tra materia e spirito e simbolo di saggezza; Pegaso, cavallo alato, metafora, negli scritti di Dante e Shakespeare, di elevazione spirituale e intellettuale; e le Fate della Foresta, eredi delle ninfe della mitologia greca.

D’ispirazione sono state anche le Arti, in tutte le espressioni: la letteratura, la musica, l’architettura. Venezia, la cui straordinarietà risiede nella sua unicità, è un’esplosione di storia, arte, architettura, immersa in un contesto ambientale ineguagliabile. La Fiaba, con il suo linguaggio magico, da sogno. Italo Calvino afferma che il fantastico, che è una declinazione dello straordinario, è un mezzo privilegiato per immaginare più mondi possibili.

Mozart, enfant terrible, genio e sregolatezza: più sembra solare, apollineo, più si coglie lo splendore della sua musica. Oscar Wilde in Dorian Gray, racconta dell’ansia dell’epoca vittoriana di non aderire ai modelli estetici della società, tema sorprendentemente attuale. E Shakespeare, il più grande drammaturgo, che in Romeo e Giulietta non si limita a narrare un amore che finisce in tragedia. La riflessione del testo è politica e spiazzante: “...se una città viene educata all’odio, o un Paese o un continente vengono educati alla guerra, non ci sarà speranza per il futuro”.

 
 
 

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